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Da 17 anni imperversa nella politica italiana. Ne è eroe e antieroe. Da solo regge il bipolarismo, da solo regge destra e sinistra.
La destra senza di lui non sarebbe mai arrivata al potere e non sarebbe così compatta.
La sinistra senza di lui non potrebbe sperare di arrivare al potere e non avrebbe, ancora, l’unico motivo che la tiene in vita.
E’ la rockstar della politica, l’unica vera rockstar italiana, con la disinvoltura di Mick Jagger e l’immortalità di Jim Morrison!

Una vita tra puttane, eccessi, miliardi, calciatori, belle macchine, senatori, feste e festini, ville e jet privati, battutacce e amicizie imbarazzanti: insomma, come una vera rockstar, ben oltre i settanta.
Tutto ciò che all’italiano piace di più, tutto ciò che l’italiano sogna.
Icona pop da maglietta, fa dell’immagine e del culto della personalità la sua forza: deve apparire bello, magro, alto, in forma, con i capelli lunghi, perchè l’immagine vincente fa vincere. (altro…)


Erano MESI che non vedevo un’edizione intera del Tg1 delle 20. Ieri per caso mi sono trovato a vederlo, tutto, dall’inizio alla fine: è stata un’esperienza deprimente.

(qui l’edizione integrale)

Si comincia con l’inviato in diretta dal Palazzo che ci racconta l’incontro di Berlusconi I Martire con Napolitano: totale sintonia tra i due,  sembra, il premier sta mettendo in pratica quanto richiesto dal presidente della Repubblica nel messaggio di Capodanno, cioè riforme. Quali sono le riforme attuate o promesse da Berlusconi non si sa, perciò l’inviato si butta sul patetico ricordando che i due si sono scambiati complimenti e solidarietà uno con l’altro: fatterelli di due settimane fa, ma poco importa, il clima è ancora natalizio, la politica non ha ripreso a girare e la conclusione è “il nuovo anno sembra cominciare su auspici nuovi nei rapporti tra il colle più alto e Palazzo Chigi”.

Secondo servizio sul ritorno di Berlusconi a Roma dopo aver tolto la sindone: è il servizio centrale e viene scomodata la “mitica” Sonia Sarno. Il tono è epico, il gladiatore fa ritorno in patria e mostra i segni della battaglia, cioè niente: setto nasale fratturato, due denti, dopo venti giorni non c’è più niente. Il servizio parla di riforme, vagamente individuate in riforma della giustizia e riforma del fisco, la prima è quella che taglia i processi, compresi, guarda caso, quelli di Berlusconi; la seconda è la stessa idea del ’94, che in sedici anni è rimasta un’idea, ma quando si avvicinano le elezioni salta fuori dall’armadio. Scorrono le immagini della gente che accoglie Berlusconi, manifestanti dei club della libertà: sono DIECI in tutto, comparse con tanto di costume, cestino pranzo e macchinetta fotografica, ma la Sarno si è piazzata molto vicino a loro e i “bentornato” si sentono bene.

Terzo servizio, dibattito sulla giustizia: si apre ancora con le parole e le “proposte” della maggioranza. E qui il misfatto: dopo “soli” 5′ e 25” di telegiornale di Berlusconi, Berlusconi, Berlusconi, Gasparri, Quagliarello, Cicchitto, La Russa e Alfano, il Tg1 si accorge dell’opposizione e fa parlare la Finocchiaro e ci racconta di Bersani, Di Pietro e Casini: totale 35”. Ma un buon telegiornale di regime non può mai chiudere un servizio con le parole di quei disfattisti dell’opposizione – è la tecnica del panino – e l’ultima parola spetta a Bonaiuti.

Lo spazio per l’opposizione in realtà c’è, potrebbe giustificarsi il direttore Scodinzolini, peccato si materializzi nelle forme ammalianti di Rutelli che, in versione Guzzanti “ricordati degli amici”, porge mani, braccia e culo alla maggioranza, pronto a votare tutto, compresa la legge sul fisco. Rutelli, nel 2001, era il candidato del centrosinistra.

Quinto servizio, indirettamente ma nemmeno tanto, si parla ancora di Berlusconi: il Tg1 ci informa di cosa fa ora Tartaglia, il lanciatore di statuette, e sul tema intervengono numerosi esperti: quattro sciùre milanesi ben impellicciate sono concordi nel mandarlo in “qualche” clinica.

Di matto in matto, di aggressione in aggressione, il Tg1 denuncia la violenza di Paolini, poi si butta su Rosarno, ancora con un mezzo capolavoro: aprono le parole di Napolitano “a Rosarno oscurate legalità e solidarietà”, poi il servizio racconta di una manifestazione contro la violenza e il razzismo, un extracomunitario condanna le devastazione dei ribelli, ma della mafia, delle spranghe, dei fucili, degli immigrati sfruttati e poi cacciati, al Tg1 non c’è traccia. Ci sono invece due servizi strappalacrime su Mamadou in ospedale per gli “scontri interazziali dei giorni scorsi”, e poi sull’integrazione perfetta in Emilia, un altro mondo, dove tanti immigrati fanno i lavori che gli italiani non vogliono più fare. Messaggio per le casalinghe davanti alla tv: bravi negri, squartate i vitelli e zitti, che non vi tocca nessuno, e non vi azzardate a chiedere diritti che so’ botte!

Velocissima dichiarazione senza servizio dell’Osservatore Romano che Romita legge a tempo record e via al servizio su Fini, che oggi ci mostra la sua faccia buona in difesa degli immigrati schiavizzati e sfruttati. Ma Fini è lo stesso della Legge Bossi-Fini sull’immigrazione?

Altra notizia velocissima senza servizio: parere negativo del Csm sul provvedimento del Governo che trasferisce d’ufficio i magistrati, via in pochi secondi, e si passa al Papa che dice che “l’egosimo dell’uomo è la causa della crisi e del degrado ambientale”. Anelli e mantellina rossa sono ben in vista.

Segue Bersani che, in un mini-servizio di 29”, chiede conto al governo dell’operazione Alitalia, che ha portato costi per lo Stato, meno servizi e licenziamenti: il Tg1 è in vena di capolavori stasera, e va in onda niente meno che un’intervista in ginocchio al presidente di Alitalia Colaninno. Non viceversa. Parla il capo dell’opposizione, fa delle critiche, segue un servizio che smentisce quello che ha appena detto, con a disposizione il triplo del tempo. L’imprenditore direttamente chiamato in causa risponde al politico. Chapeau.

Altra notizia potenzialmente negativa per il Governo, ancora velocissima e senza servizio: scende ancora il potere d’acquisto degli italiani, ma Romita elenca una serie di numeri impicciandosi anche e ovviamente non si capisce nulla.

Sono le 20.20 e il Telegiornale del Governo può finire qui. Tempo a disposizione della maggioranza o del Governo: 6′ e 35” + 1′ 30” a Colaninno per il servizio farsa su Alitalia. Opposizione: 2′ e 15”, di cui la metà a Rutelli.

Segue il maltempo, che fa sempre notizia, un’ennesima strisciata veloce senza servizio sull’archiviazione dell’indagine contro Beppino Englaro per omicidio volontario, i cinesi che ancora mangiano i bambini preferendo ora le femmine, un servizio comico sui vizi alcolici dei ministri di altri Paesi ovviamente mica italiani, e un altro servizio contraddittorio sul divieto di fumo nei locali: anche qui non ci si capisce molto, il titolo d’apertura era “Divieti in fumo”, ma si fa parlare ancora la gente comune e non si sa se la legge ha funzionato oppure no. Belle macchine e belle donne, biliardino e Mollicone chiudono il tutto.

Amen.

“Alzò lo sguardo verso quel volto enorme. Ci aveva messo quarant’anni per capire il sorriso che si celava dietro quei baffi neri. Che crudele, vana inettitudine! Quale volontario e ostinato esilio da quel petto amoroso! Due lacrime maleodoranti di gin gli sgocciolarono ai lati del naso. Ma tutto era a posto adesso, tutto era a posto, la lotta era finita. Era riuscito a trionfare su se stesso. Ora amava il Grande Fratello.”